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IL SAPERE IN PILLOLE : VENERDI', 26 APRILE 2024
Inviato da Alba il 25/4/2024 15:00:00 (1 letture)


VENERDI', 26 APRILE 2024


IL SAPERE IN PILLOLE


L'opera fantastica dell'amore di Dio, è stata: trasformare una casa nella propria casa e un servo in un figlio. Tommaso chiede: "Come possiamo conoscere la via?". Cristo risponde: "Io sono la via". Cristo definisce così il suo ruolo, e noi apprendiamo che Cristo non viene per se stesso, ma per noi. La sua casa è la nostra casa, suo Padre è nostro Padre. Come è semplice la dottrina del cristianesimo! Noi non camminiamo da soli, non camminiamo senza guida. Cristo ha due mani: l'una per indicarci la via, l'altra per sostenerci lungo la via. È tutto ciò di cui ha bisogno il pellegrino: la Via, la Verità e la vita. 


 


 

IL SAPERE IN PILLOLE : GIOVEDI', 25 APRILE 2024
Inviato da Alba il 24/4/2024 18:10:00 (2 letture)


GIOVEDI, 25 APRILE 2024


IL SAPERE IN PILLOLE


La Chiesa deve predicare, cioè la sua missione evangelizzatrice è un comandamento del Signore risorto. I destinatari sono tutti gli uomini che esistono al mondo: "ogni creatura". Ciò indica che tutti gli uomini hanno il bisogno e il compito di ascoltare il vangelo della salvezza. Il contenuto, l'oggetto della predica, è il Vangelo, il lieto messaggio della salvezza attraverso Gesù Cristo, la sua persona e la sua opera. "Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato" (Mc 16,16). Ci troviamo così, davanti alle parole più importanti nella vita dell'uomo: salvezza e condanna. La fede e il battesimo sono le parole della vita; l'incredulità è la porta della condanna.

IL SAPERE IN PILLOLE : MERCOLEDI', 24 APRILE 2024
Inviato da Alba il 23/4/2024 17:10:00 (3 letture)


MERCOLEDI', 24 APRILE 2024

IL SAPERE IN PILLOLE



Sono parole di luce solare, ma vanno lette e meditate nel loro contesto che è il Vangelo di S. Giovanni: il più sublime dei quattro. Qui infatti Gesù mette a fuoco la Sua identità divina fino a dirsi una cosa sola col Padre: "Chi vede Me vede Colui che mi ha mandato". Gesù riconosce di essere venuto in questo mondo con una precisa missione: quella di illuminare e quindi di salvare.

IL SAPERE IN PILLOLE : MARTEDI', 23 APRILE 2024
Inviato da Alba il 22/4/2024 17:30:00 (2 letture)

                 MARTEDI', 23 APRILE 2024


IL SAPERE IN PILLOLE


Tutti pensiamo al pastore che va in cerca della pecora che si è persa e che la riporta caricandosela sulle spalle. Ma il pastore di Giovanni, quello di cui si parla nel vangelo di oggi, assume altre caratteristiche: è duro e determinato e lotta strenuamente per difendere il gregge dai lupi e dai mercenari. Un pastore che veglia, che lotta, disposto a dare la propria vita per la salvezza del gregge. Gesù ci sta dicendo che siamo nelle sue mani, in mani sicure, che nessuno ci strapperà mai dal suo abbraccio, che solo in lui riceviamo la vita dell'Eterno. Ma per seguirlo occorre ascoltarlo e riconoscere la sua voce, cioè frequentare la sua Parola, meditarla assiduamente. Ci conosce, il Maestro. Conosce il nostro limite, la nostra fatica, ma anche la nostra costanza e la gioia che abbiamo nell'amarlo. E Gesù, oggi, ci esorta: niente ti strapperà dal mio abbraccio. Non il dolore, non la malattia, non la morte, non l'odio, non la fragilità, non il peccato, non l'indifferenza. Nulla ci può rapire, strappare, togliere da Lui. Siamo di Cristo, ci ha pagati a caro prezzo.


 

PAROLA DELLA SETTIMANA : TERZA SETTIMANA DI APRILE 2024
Inviato da Alba il 19/4/2024 12:30:00 (7 letture)


TEI APRILE 2024RZA SETTIMANA D


Gesù è il pastore autentico, il vero, forte e combattivo, che non fugge a differenza dei mercenari, che ha il coraggio per lottare e difendere dai lupi il suo gregge, fino a offrire la sua vita. "Io offro la vita" significa: vi consegno il mio modo di amare e di lottare, perché solo così potrete battere coloro che amano la morte, i lupi di oggi. Gesù contrappone la figura del pastore vero, a quella del mercenario che vede venire il lupo, egli abbandona le pecore e fugge, perché non gli importa delle pecore. Invece al pastore buono ogni pecora importa e ogni agnello, a Dio le creature stanno a cuore. Tutte. Ed è come se a ciascuno di noi ripetesse: tu sei importante per me. E io mi prenderò cura della tua felicità. Ci sono i lupi, sì, ma non vinceranno. Forse sono più numerosi degli agnelli, ma non sono più forti. Perché gli agnelli vengono, ma non da soli, portano un pezzetto di Dio in sé, sono forti della sua forza, vivi della sua vita. 


 


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