VENERDI', 29 GENNAIO 2021
Il Padre celeste ha gettato il suo seme sulla terra. La sua prima terra è stato il seno purissimo della Vergine Maria. In questo seno Lui si è fatto carne. Da questo seme è uscito, è cresciuto e si è trapiantato nel mondo. Alla fine ha trovato la sua eterna collocazione sul Golgota, divenendo l'albero più grande della terra, capace di fare ombra con i suoi rami, i suoi tralci che sono i suoi discepoli, sui cinque continenti. Chi mangia i suoi frutti, che sono il suo stesso sangue e la sua carne, diviene vita eterna già su questa terra. Lo diviene se mangia con fede, in una purissima obbedienza alla sua Parola, che perennemente sgorga e matura dal suo cuore. Senza fede e fuori dell'obbedienza, il mangiare è inutile e il bere vano. Se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Oggi è il cristiano, che imitando Gesù Signore, chiede al Padre con preghiera incessante che lo faccia prima suo seme di vita eterna, lo ponga nel seno purissimo della Madre di Gesù, lo partorisca come vero suo figlio e discepolo, lo consegni alla storia perché è in essa che lui deve cadere, morire, annullarsi per trasformarsi in albero di vita eterna e anche lui, come il suo Maestro, collocarsi sul Golgota per formare rami così grandi da fare ombra al mondo, per la sua redenzione e la sua salvezza. Il cristiano in Cristo si deve annullare, annientare. Deve cadere in terra, morire a se stesso, nascere a vita evangelica, iniziare a crescere di parola in parola, di verità in verità, produrre ogni buon frutto di carità e di amore. Sempre si dovrà ricordare che quanto si compie avviene nell'invisibilità.
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