VENERDI', 22 APRILE 2022
Il Vangelo di san Giovanni termina con la descrizione di un incontro ricco di simboli: Pietro e altri sei discepoli sono sulle rive del lago di Tiberiade, là dove si trovavano prima che Gesù li chiamasse per seguirlo e diventare pescatori di uomini. Pietro decide: "Io vado a pescare". Gli altri si uniscono a lui. Nella notte vanno sul lago. La mattina rientrano con le reti vuote. E, sulla riva, qualcuno domanda loro un po' di pesce. Fidandosi di una sua parola, senza averlo riconosciuto, gettano le loro reti e pescano molti pesci. Allora il cuore del discepolo che Gesù amava si apre. "È il Signore!", esclama. Giovanni è il primo a riconoscere Gesù; e Pietro è il primo a raggiungerlo. Gli altri seguono con la barca e le reti, piene di centocinquantatrè grossi pesci, una quantità inaudita. Sulla riva nessuno osa domandare: "Chi sei?". Essi lo sanno, ma tuttavia provano un'impressione di estraneità e di cambiamento. Questa volta, Gesù non mangia. Prende il pane e i pesci, li dà a loro ed essi li prendono dalle sue mani. Il dogma di fede fondamentale del nostro credo è la risurrezione del Signore, è il più difficile da accogliere, il più contrario all'evidenza e il più lontano dalla nostra esperienza. Per questo abbiamo bisogno di sentirlo ripetere e di avvertirne la portata sulla nostra pelle, non basta che ce ne abbiano parlato: occorre che Gesù si manifesti come "Signore" anche per noi, e non solo una volta, ma più volte, tutti i giorni! C'è bisogno di saziarsi di un cibo che è Cristo stesso, offertosi come vero nutrimento per il mondo, come alba che accompagna tutte le notti dell'uomo, quando le illusioni della notte e i capricci della volontà umana si dissipano e ci si riveste di Lui. Accanto e al di là dei nostri sforzi di evangelizzazione, è il Signore il protagonista, l'autore e il promotore della salvezza. A noi spetta di rimanere inseriti nella Chiesa, guidata dallo Spirito Santo, e di partecipare alla Santa Messa, per incontrare e per saziarci di Gesù, nostra salvezza.
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