MERCOLEDI', 12 OTTOBRE 2022
Ascoltiamo oggi con umiltà le parole severe che Cristo rivolge ai farisei e ai dottori della legge. Oggi queste parole vengono rivolte a noi. Dio oggi ci dice: "Non ho bisogno dei vostri beni, perché tutto appartiene a me. Non smetto invece di richiamarvi alla giustizia e all'amore". La morte interiore è molto più temibile della morte fisica, perché la morte spirituale ha conseguenze eterne. Occorre rispondere alla chiamata di Cristo. E' molto facile essere giudici degli altri. È facile far rimarcare agli altri i loro errori e le loro mancanze. Invece, quando si tratta di noi stessi, ci risparmiamo: troviamo per noi dei motivi per giustificare il nostro comportamento. Cristo ha detto che siamo tutti uguali di fronte a Dio. Bisogna imparare a misurare sia noi sia gli altri con le stesse regole: quelle di Cristo. Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé. Ripetiamo dentro di noi questi frutti e si produrrà una nuova armonia. Essi descrivono il risultato della presenza consapevolmente accolta dello Spirito in noi. Esprimono la bellezza dell'essere inabitati da Dio al punto da traboccarne in questi modi la presenza. Senza violenza, senza moralismo, solo con la logica delle Beatitudini. Signore, i frutti dello Spirito generino e connotino le azioni della nostra carità, solidarietà, giustizia e misericordia. Dobbiamo modellare il nostro cammino secondo lo Spirito, ossia la nostra nuova esistenza di redenti da Cristo.
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