LUNEDI', 31 OTTOBRE 2022
Gesù non vuole impedirci di ricevere persone care: parenti, amici, conoscenti. Ma, nel discorso al suo ospite, Egli insiste sulla gratuità del dono. Da coloro che conosciamo bene, che amiamo e che ci riamano, noi abbiamo già la nostra ricompensa: l'affetto e la stima di chi appartiene alla nostra cerchia familiare. È necessario non dimenticare coloro che ci sono più lontani per distanza o condizione sociale: senza tetto, immigrati, isolati. Tutti loro, tesi verso di noi, rappresentano l'immagine e la condizione di Cristo. È attraverso il nostro atteggiamento nei loro confronti che saremo giudicati nella "risurrezione dei giusti". Ed anche qui, in quest'ultima prospettiva, risiede la gratuità. Se dobbiamo tradurre in gesti l'amore verso gli uomini nostri fratelli, non è per guadagnare più tardi una retribuzione; ma è in risposta alla grazia di essere stati accettati e accolti da Dio. In altri termini, il Vangelo di oggi è un richiamo a vivere fin dal presente la vita dell'amore attivo. Più tardi, e fin d'ora, vi è una ricompensa, quella di comportarsi come figli dell'Altissimo, figli di Colui che è buono anche nei confronti degli ingrati e dei peccatori. L'amore di Cristo in noi, quell'amore che scopriamo essere più grande dell'istinto che ci motiva e ci spinge, ci porta ad amare gratuitamente come Dio ci ama. Senza porre condizioni, senza averne un tornaconto, senza calcoli; amare per amare, amare per la gioia di rendere gloria a Dio e di assomigliargli nel suo gesto creatore dell'amore totale.
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