GIOVEDI', 1 DICEMBRE 2022
Poiché ci ama, il Salvatore ci mette in guardia contro l’illusione; per entrare nel Regno dei Cieli non basta dire: “Signore, Signore”. Non si tratta qui di una condanna della preghiera. Noi dobbiamo dire: “Signore, Signore”, essendo però consapevoli che non basta sussurrarlo a bassa voce, mentre ogni nostra decisione testimonia che Gesù non è per noi il Signore. La preghiera, separata da un amore obbediente, è un illusione, se non una menzogna. Gesù sarà davvero il nostro Signore solo se il nostro cuore si fa simile al suo, reso appassionato dall’amore per il Padre, capace di dire, senza esitazione alcuna, che suo nutrimento è fare la volontà del Padre. Proprio del buon cristiano è l’ascoltare Gesù, Parola d’amore del Padre. E noi dobbiamo allora lasciare che questa Parola ci trasformi, che ci renda conformi all’amorosa volontà del Padre, ascoltarla e farla vivere in noi! Il tema dell'odierna celebrazione riassume la correlazione tra fede e opere. Tale correlazione si realizza sempre dall'ascolto della Parola di Dio. Dio è il fondamento su cui noi dobbiamo costruire. Il verbalismo religioso, sia individuale che comunitario o liturgico, diventa una pia illusione, se non è convalidato dalla propria vita operosa e impegnata. Si può notare qui la differenza tra gli uomini che sono dediti con affanno all'attività e la vita composta del cristiano autentico che nell'impegno di attività nel mondo, non perde i contatti con il fondamento divino. Cristo è la pietra angolare su cui il Padre vuole costruire la «città forte». Come Israele, Cristo è stato circondato dai nemici ma, confidando nel Padre, tali nemici sono stati sconfitti. Anche noi, uniti al Padre nel Figlio, possiamo sconfiggere i nostri nemici che non stanno fuori, ma dentro di noi. Ascoltiamo le parole e mettiamole anche in pratica.
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