MERCOLEDI', 18 GENNAIO 2023
Gesù risorto è Figlio di Dio anche nella sua natura umana e rimane così sacerdote in eterno. Cristo, venendo, illumina tutto l'Antico Testamento. Le cose che sembravano misteriose e quasi inspiegabili diventano chiare, perché si rivelano come una profezia di Cristo. Anche noi siamo chiamati a leggere l'Antico Testamento in questa luce cristiana e a trovarvi una sorgente di grande consolazione spirituale, perché la nostra fede si approfondisce e ci rendiamo conto con gioia che Dio da sempre ha disposto tutte le cose e tutti gli avvenimenti per la glorificazione di Gesù suo Figlio. Nel Vangelo di oggi Gesù guarisce di sabato un uomo che ha una mano paralizzata. Gli dice: "Tendi la mano". Qui punta tutta l'azione del Maestro: guarirci la mano, chiusa nel possesso e stecchita nella morte, perché accolga il dono del sabato. Gesù, con questo miracolo, il più difficile, che gli costerà la vita, completa la sua rivelazione: Colui che vuol mondarci dalla lebbra è il Figlio dell'uomo che perdona e dà piedi per seguirlo, mangia coi peccatori e si proclama medico e sposo, fa il dono del sabato e guarisce la mano per riceverlo. E' lo stesso che finirà in croce portando su di sé la nostra lebbra, il nostro peccato, la nostra paralisi, il nostro digiuno, il nostro silenzio e la nostra durezza di cuore. Come riconoscenza per quanto ci dona, attende solo il nostro desiderio che ci fa stendere la mano. Allora le sue mani inchiodate scioglieranno la nostra mano irrigidita e chiusa ai bisogni dei fratelli e delle sorelle. Signore, questa è la mia preghiera: "Ecco le mie mani vuote, riempile di Te". Discepolo è colui al quale il Signore apre il cuore e la mano, per desiderare quanto Lui è venuto a dare. L'uomo, fatto per amare, è di sua natura desiderio.
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