GIOVEDI', 26 GENNAIO 2023
Timoteo e Tito sono stati due collaboratori di San Paolo. I due discepoli sono destinatari di tre lettere pastorali dell'apostolo, che fanno intravedere i primi lineamenti dei ministeri nella Chiesa. Il Vangelo diversifica le missioni dei Dodici e dei settantadue. «Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il Regno di Dio"». Questa diffusione del regno di Dio è facilitata dalla collaborazione al piano divino mediante la preghiera di tutti. Sì, perché la testimonianza dei discepoli non è facile. La Chiesa deve ricordare sempre di essere il popolo di Dio, il corpo di Cristo, e i suoi pastori non devono cercare altrove il sostegno. Per questo ai settantadue Gesù dice: «Non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada». «Pregate dunque il Signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!» La conversione di uno provoca altri a pensare e a mettersi in discussione. La fede è dono di Dio, ma la mediazione dei suoi testimoni è indispensabile. La fede cresce in noi grazie alla fede di chi ci sta vicino. Vivere e lavorare insieme permettono una condivisione che permette alla comunione liturgica di diffondersi in ogni momento dell'esistenza. Essere comunità cristiana non può limitarsi a questo. Timoteo e Tito hanno colto il cuore dell'annuncio di Cristo e lo hanno ridetto, riscritto, rivissuto secondo categorie nuove, uscendo da schemi mentali e culturali nei quali erano nati e che avevano definito le loro persone. Oggi abbiamo bisogno di pastori, di testimoni, di educatori, di consacrati, di mamme e di papà e di giovani che facciano altrettanto. Signore, manda operai, di ogni tipo nella tua messe. Che non temano il lavoro, che con coraggio amino, credano e sperino con ogni uomo e ogni donna del nostro mondo.
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