GIOVEDI', 2 FEBBRAIO 2023
Il vecchio Simeone, certo della promessa ricevuta, riconosce Gesù e la salvezza di cui il Cristo è portatore e accetta il compiersi della sua esistenza. Anche Anna, questa profetessa ormai avanti negli anni, che aveva però passato quasi tutta la sua vita in preghiera e penitenza, riconosce Gesù e sa parlare di Lui a quanti Lo attendono. Anna e Simeone, a differenza di molti altri, capiscono che quel bimbo è il Messia, perché i loro occhi sono puri, la loro fede è semplice e perché, vivendo nella preghiera e nell'adesione alla volontà del Padre, hanno conquistato la capacità di riconoscere la ricchezza dei tempi nuovi. Prima ancora di Simeone e Anna è la fede di Maria che permette all'amore di Dio per noi di tramutarsi nel dono offertoci in Cristo Gesù. Giovanni Paolo II nella "Redemptoris Mater" ci ricorda che "quello di Simeone appare come un secondo annuncio a Maria, poiché le indica la concreta dimensione storica nella quale il Figlio compirà la sua missione, cioè nell'incomprensione e nel dolore". Ho bisogno anch'io di incontrare lungo il cammino della mia vita cristiana, fatta di tanti momenti rituali e tradizionali, un "Simeone" e una "Anna" che con la loro parola e testimonianza tengano acceso in me il desiderio vivo di Dio, che non spengano l'entusiasmo di vivere la fede e di dirmi cristiano. E so che anch'io ho come vocazione battesimale quella di essere a mia volta un "Simeone e Anna" per coloro che mi sono vicini e che incontro nella vita cristiana. È un mio dovere come cristiano di stimolare con le mie parole, e soprattutto con il mio esempio, i fratelli e le sorelle nella fede, in modo che non spengano anche loro la domanda interiore del "perché" essere e vivere la fede.
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