GIOVEDI', 23 MARZO 2023
La lettura del Vangelo secondo Giovanni esige che noi crediamo in Gesù Cristo. Il fondamento della nostra fede è la testimonianza dell'Antico e del Nuovo Testamento. Testimonianza della verità che non si può apprendere né provare scientificamente, e neppure codificare in una legge. Gli Ebrei del tempo di Gesù avevano l'Antico Testamento, ma non capivano le parole di Mosè su Gesù. Bisogna credere per capire il contenuto delle Scritture. Gesù desiderava convincerli per dar loro la vita. Molti credettero in lui, ma gli eruditi e gli anziani lo rifiutarono. E noi crediamo veramente alla testimonianza di Dio Padre su Gesù di Nazaret? Crediamo che Egli è il Verbo di Dio, il Messia atteso? Non abbiamo mai visto Dio, ma abbiamo le parole di Gesù Cristo. Preghiamo per il dono della fede, della speranza e della carità, per vedere in Gesù il Figlio di Dio e per essere a nostra volta trasformati in figli di Dio, divinizzati nell'unione con il Figlio Unigenito. Noi abbiamo una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre ci ha dato da compiere, quelle stesse opere che noi stiamo facendo, testimoniano di noi che il Padre ci ha mandato. Quello che Gesù qui afferma è inequivocabile. Infatti quelli che si rivolgono a Lui perché ciechi o sordi o muti o lebbrosi o affetti da altri mali gravosi, sperimentano che in Gesù il Padre stesso rende operativa una forza che non solo è vittoria sul male, ma è vero bene. Il guaio è che la fede è assente: non si crede neppure alla testimonianza del Padre: manca totalmente l'ascolto. Così la Parola di Dio non può rimanere e operare, se non si crede in Gesù: Colui che il Padre ha mandato. Signore, ravviva in noi la fede nel Tuo essere e operare in piena adesione al progetto del Padre che coincide con la nostra salvezza. Amiamo tutti gli uomini come fratelli e sorelle, perché sono tutti riscattati dall'amore infinito del Padre e dal Sacrificio in croce del Signore Gesù.
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