SECONDA SETTIMANA DI APRILE 2017

Data 9/4/2017 21:20:00 | Categoria: PAROLA DELLA SETTIMANA


PAROLA DELLA SETTIMANA





Giuda, che era uno dei Dodici, andò dai capi dei sacerdoti e chiese quanto gli avrebbero dato se avesse consegnato loro Gesù ed essi fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento Giuda cercava l'occasione adatta per consegnare loro Gesù.   Il primo giorno degli Azzimi i discepoli chiesero a Gesù dove dovevano preparare per mangiare la Pasqua. Li mandò da una persona in città, che avrebbe dato loro il luogo per fare la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici e, mentre mangiavano, disse: «In verità vi dico che uno di voi mi tradirà». Si rattristarono e gli chiedevano: «Sono forse io?». Egli rispose: «E' colui che ha messo con me la mano nel piatto. Il Figlio dell'uomo se ne va, ma guai a quell'uomo da cui Egli viene tradito. Meglio se non fosse mai nato». Giuda gli chiese: «Sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto!». Mentre mangiavano Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli disse: «Prendete e mangiate: questo è il mio corpo». Poi prese il calice, rese grazie, lo diede loro dicendo: «Prendete e bevetene tutti: questo è il mio sangue, versato per molti per il perdono dei peccati. D'ora in poi non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel Regno del Padre mio». Dopo aver cantato l'inno uscirono verso il monte degli Ulivi. Gesù parlò loro: «Questa notte sarà per voi motivo di scandalo, infatti sta scritto: "percuoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse", ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gesù gli disse: «Questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero gli altri discepoli. Gesù andò con loro in un podere chiamato Getsèmani e disse loro: «Sedetevi qua, mentre io vado a pregare». Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti e disse: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice. Però non come voglio io, ma come vuoi tu». Venne poi dai discepoli e li trovò addormentati. Disse: «Vegliate e pregate per non entrare in tentazione». Tornò a pregare e poi li trovò di nuovo addormentati. Tornò a pregare il Padre per la terza volta, poi, riavvicinatosi di nuovo ai discepoli disse loro: «Dormite pure e riposatevi. Ecco, l'ora è vicina e il Figlio dell'uomo viene consegnato ai peccatori».

«Alzatevi, andiamo. Colui che mi tradisce è vicino». Giuda, infatti, arriva con una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il segno dato da Giuda era un bacio, che egli avrebbe dato a Gesù, per indicare la persona da arrestare.

Allora mettono le mani addosso a Gesù e lo arrestano. Uno di coloro che sono con Gesù con la spada taglia un orecchio ad uno della folla, ma Gesù dice: «Metti via la spada, perché chi usa la spada morirà di spada». Poi si rivolge alla folla e dice che nessuno è venuto a prenderlo mentre insegnava nel Tempio ed ora vengono a prenderlo con spade e bastoni. Ma tutto questo avviene perché si compiano le Scritture e i Profeti. A quel punto i discepoli si allontanano da lui. Gesù viene condotto dal Sommo Sacerdote Caifa. Tutti cercano false testimonianze per accusare Gesù e metterlo a morte. Uno dice che Gesù ha detto di poter ricostruire il Tempio in tre giorni, se fosse abbattuto. Il Sommo Sacerdote gli chiede se sia lui il Cristo e Gesù risponde di sì e che si sarebbe potuto vedere il Figlio dell'uomo seduto alla destra della potenza di Dio venire sulle nubi del cielo. Quella viene considerata una bestemmia sufficiente per metterlo a morte. Pietro aveva seguito Gesù da lontano fino al palazzo del Sommo Sacerdote e stava a vedere cosa sarebbe successo. Per ben tre volte risponde a delle serve che lo hanno riconosciuto come uno degli amici di Gesù, che egli non lo conosce, poi il gallo canta ed egli esce piangendo per il dispiacere di aver rinnegato Gesù. Al mattino i capi dei sacerdoti mettono in catene Gesù e lo conducono dal governatore Pilato. Giuda, pentito per ciò che ha fatto a Gesù, getta via le monete che ha ricevuto e va ad impiccarsi. Pilato chiede a Gesù se è lui il re dei Giudei ed egli conferma, mentre dalla folla giungono numerose accuse. Il governatore era solito liberare un prigioniero in occasione della Pasqua, perciò chiede alla folla se vuole far liberare Gesù, oppure Barabba, un carcerato famoso. La folla, sobillata dai capi dei sacerdoti, sceglie Barabba e dice che Gesù sia crocifisso. Pilato se ne lava le mani e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegna perché sia crocifisso. I soldati conducono Gesù nel pretorio, lo spogliano, gli fanno indossare un mantello scarlatto, gli pongono in mano una canna e gli pongono sul capo una corona di spine. Lo deridono, gli sputano addosso e con la canna lo percuotono sul capo. Poi gli rimettono le sue vesti e lo conducono via per crocifiggerlo. Incontrano un certo Simone e lo costringono a portare la croce fino sul Golgota. Là danno a Gesù del vino misto a fiele e Gesù lo assaggia, ma non vuole berlo. Dopo averlo crocifisso tirano a sorte per avere le sue vesti. Al di sopra del capo mettono un cartello con scritto: "Costui è Gesù, il re dei Giudei". Insieme a lui vengono crocifissi due malfattori, uno a destra e l'altro a sinistra. La folla e anche i due malfattori insultano Gesù e gli dicono che ha salvato altri, ma ora non può salvare se stesso. A mezzogiorno si fa buio fino alle tre, quando Gesù grida: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!». Gesù grida di nuovo, poi emette lo spirito. Il velo del tempio si squarcia in due, la terra trema e le rocce si spezzano. I sepolcri si aprono e molti corpi di santi risuscitano e appaiono a molti nella città. Il centurione e quelli che fanno la guardia con lui vengono presi da grande timore e dicono: «Davvero costui era Figlio di Dio!». Venuta la sera un uomo di Arimatea di nome Giuseppe chiede a Pilato il corpo di Gesù, lo avvolge in un lenzuolo pulito e lo mette in un sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia, poi gli rotola davanti una pietra. Alcuni il giorno seguente dicono a Pilato che Gesù aveva detto che sarebbe risorto il terzo giorno e gli chiedono di mettere delle guardie davanti al sepolcro per evitare che i discepoli portino via il corpo di Gesù e dicano poi che è risorto. Pilato risponde che mettano loro le guardie ed essi sigillano la pietra e mettono guardie.



 



 



 



 



 



 



 








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