TERZA SETTIMANA DI GIUGNO 2020

Data 19/6/2020 17:50:00 | Categoria: PAROLA DELLA SETTIMANA




PAROLA DELLA SETTIMANA


TERZA SETTIMANA DI GIUGNO 2020







 In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: non abbiate paura degli
uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto
che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo
nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio voi annunciatelo dalle
terrazze. Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non
hanno potere di uccidere l'anima; abbiate paura piuttosto di colui che
ha il potere di far perire nella Geènna e l'anima e il corpo. Due
passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi
cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del
vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più
di molti passeri!

Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli
uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi
invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti
al Padre mio che è nei cieli».
Dopo la discesa dello
Spirito Santo, gli apostoli hanno cominciato ad annunciare il Vangelo,
chiaramente e coraggiosamente, quando hanno aperto le porte del cenacolo
e sono andati verso i quattro punti cardinali dell'universo. Nonostante
l'opposizione incontrata, il Vangelo è stato fatto conoscere sempre di
più e sempre meglio e, quando la fine del mondo sarà ormai prossima,
l'umanità tutta ne sarà a conoscenza. Gesù dice anche: "Non preoccuparti
troppo della sorte del Vangelo, e non avere paura della gente. Non
temere nessuno se non Dio. Non è la morte la più grande sventura, ma la
dannazione". Noi dobbiamo superare la paura della morte, così come le
persecuzioni e le difficoltà di ogni giorno, mediante la fede nella
divina Provvidenza, che protegge anche il più insignificante fra gli
uccelli: il passero. La cosa più bella che l'uomo possa fare sulla
terra, in mezzo a persecuzioni e sofferenze, è di essere testimone di
Gesù. Anche se il martirio non è il destino di tutti i suoi discepoli,
ognuno deve sempre e dovunque riconoscere la sua appartenenza a Cristo,
con le parole e le azioni, la vita e il comportamento. E noi lo facciamo
in special modo durante la Messa, nella quale, in comunione con
l'intera Chiesa, annunciamo le grandi opere di Dio.





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