I NOSTRI OCCHI SONO INCAPACI DI VEDERE LE MUTAZIONI INTERIORI
Rubrica curata da Alba su 8/9/2009 (1458 Letto)
Sono stata in una Parrocchia di collina una domenica mattina. Durante la Santa Messa, il Parroco ha amministrato il Battesimo ad un bimbo, bello e tranquillo, che passava dalle braccia della mamma a quelle del papà e a quelle dei padrini. Tutto normale, dunque.Era ben vestito e sicuramente ben lavato e profumato. Così è entrato in chiesa e così è uscito, naturalmente.I nostri occhi infatti sono incapaci di vedere l’immenso mutamento che è avvenuto in quel bambino, come in noi nel giorno del nostro Battesimo.
Egli è nato una seconda volta e questa volta come figlio di Dio. E’ entrato nel seno della Chiesa come membro vivo. La Grazia di Dio è in lui, ora che è stata lavata la macchia della colpa originale, con la quale tutti noi siamo nati come figli di papà e mamma, Adamo ed Eva. Che trasformazione! Questa è rappresentata dalla vestina bianca che viene usata durante il Rito e dalla candela che viene accesa al cero pasquale.
Un’altra riflessione viene di conseguenza. Lc 15, 23b – 24 «…facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.» Se chi ha commesso peccati gravi, ha perso la vita della Grazia di Dio e le sue opere sono morte, si inginocchia al confessionale, sincero e pentito, ben deciso a non ricadere nel peccato e riceve il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Riconciliazione… all’apparenza è sempre lo stesso, ma ha riacquistato la vita divina ed è divenuto di nuovo membro attivo della Chiesa.
Egli è nato una seconda volta e questa volta come figlio di Dio. E’ entrato nel seno della Chiesa come membro vivo. La Grazia di Dio è in lui, ora che è stata lavata la macchia della colpa originale, con la quale tutti noi siamo nati come figli di papà e mamma, Adamo ed Eva. Che trasformazione! Questa è rappresentata dalla vestina bianca che viene usata durante il Rito e dalla candela che viene accesa al cero pasquale.
Un’altra riflessione viene di conseguenza. Lc 15, 23b – 24 «…facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.» Se chi ha commesso peccati gravi, ha perso la vita della Grazia di Dio e le sue opere sono morte, si inginocchia al confessionale, sincero e pentito, ben deciso a non ricadere nel peccato e riceve il perdono di Dio attraverso il Sacramento della Riconciliazione… all’apparenza è sempre lo stesso, ma ha riacquistato la vita divina ed è divenuto di nuovo membro attivo della Chiesa.
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